Unica modenese eletta nel 1948, Gina Borellini è stata una figura di spicco nella vita politica e nelle lotte per l’affermazione della parità dei diritti tra donne e uomini nel dopoguerra.
Nata a San Possidonio nel 1919 da una famiglia di piccoli coltivatori diretti, a causa delle ristrettezze economiche non riesce a proseguire gli studi oltre la quinta elementare, dedicandosi invece ai lavori domestici e agricoli. Nel 1935, a soli 16 anni, sposa il falegname Antichiano Martini, il quale contribuirà notevolmente alla formazione politica della moglie: durante la campagna per la monda del riso nel Novarese, la Borellini è infatti una delle organizzatrici dello sciopero delle mondine. Dopo l’8 settembre, la coppia prende subito parte alla Resistenza nella II zona partigiana: Gina Borellini, nome di battaglia “Kira”, si dedica inizialmente al soccorso di feriti e sbandati, successivamente svolge la funzione di staffetta partigiana e organizza i Gruppi di difesa della donna, attivi sia nel sostegno logistico delle formazioni partigiane sia nella lotta armata. Il 22 febbraio 1945 viene arrestata insieme al marito e sottoposta a interrogatori e torture. Rilasciata dopo qualche giorno, la Borellini prosegue la lotta partigiana anche dopo la fucilazione di Antichiano, avvenuta il 19 marzo. Raggiunto il grado di capitano della brigata Remo, il 12 aprile “Kira” viene gravemente ferita in un attacco della brigata fascista Nera “Pappalardo”. Condotta all’ospedale di Carpi, ove le viene amputata una gamba, è individuata dalla polizia fascista: sarà solo la proclamazione della liberazione il 25 aprile a evitarle la fucilazione. Il coraggio, l’altruismo e la fedeltà alla causa antifascista saranno il motivo del conferimento alla Borellini della medaglia d’oro al valore militare nel 1947. Iscrittasi poco dopo la fine del conflitto al Pci, lavora alla costituzione dell’Udi, dove ricoprirà incarichi importanti: tra il 1948 e il 1975 è nel Consiglio nazionale, mentre nel 1953 diventa presidente dell’associazione provinciale. Nei primi anni del dopoguerra svolge inoltre importanti incarichi nelle amministrazioni locali: è consigliera al comune di Concordia (1946-51), alla provincia di Modena (1951-56) e al comune di Sassuolo (1956-61). Candidata col Fronte democratico popolare alle politiche del 18 aprile 1948, la Borellini raccoglie 71.776 preferenze: sarà pertanto una delle 49 donne del Parlamento della I Legislatura, nonché una delle più giovani.
Nel suo primo mandato alla Camera, dove resterà per altre due legislature, Gina Borellini fece parte della V Commissione difesa, portando avanti con passione le stesse battaglie condotte sul piano locale e su quello dell’associazionismo. La tutela della maternità, l’applicazione della parità dei diritti e della parità delle retribuzioni tra uomo e donna, l’assistenza ai bambini vittime di catastrofi naturali e la prevenzione contro malattie infettive in contesto scolastico sono solo alcune delle tematiche che ricorrono negli interventi parlamentari e nelle sette proposte di legge a cui la Borellini partecipò. Il legame con la propria città fu sempre presente: fece scalpore il suo gesto di indignazione quando, a seguito dei fatti di Modena del 9 gennaio 1950, in una seduta della Camera lanciò contro il banco del Governo le foto dei sei operai rimasti uccisi.
Accanto alla doppia militanza nel Pci e nell’Udi, Gina Borellini fu per trent’anni Presidente dell’Anmig e nel 1981 le venne assegnata la Presidenza onoraria dell’Anpi. A coronamento di una vita impegnata contro ogni forma di discriminazione e di violenza in difesa della pace, il 2 giugno 1993 le venne conferita l’onorificenza di Commendatore della Repubblica Italiana. Spentasi il 2 febbraio 2007, la partigiana “Kira” venne tumulata nel cimitero di San Possidonio vicino al marito Antichiano.
Riferimenti
Camera dei deputati – Portale storico, Gina Borellini, url: http://storia.camera.it/deputato/gina-borellini-19191024#nav (visualizzato il 3 apr. 2018).
Centro documentazione donna di Modena, Fondo Gina Borellini (1941-2006).
Daniela Dell’Orco, Nora Sigman, Eredità rivelate. Le donne nelle amministrazioni locali modenesi, 1946-1960, Centro documentazione donna, istituto culturale di ricerca, Modena 2009.
Daniele De Paolis (a cura di), Per le partigiane 19 le Medaglie d’Oro, in «Patria indipendente», 11 mar. 2007, pp. 15-21, url: http://anpi.it/media/uploads/patria/2007/3/15-21_MEDAGLIE_ORO.pdf (visitato il 10 apr. 2018).
Federazione provinciale di Modena dell’Istituto del Nastro Azzurro (a cura di), Libro d'oro della Provincia di Modena: insigniti di ordine militare, medaglia d'oro al valor militare, ad nomen, Panini, Modena 1991.
Fronte democratico popolare, Candidati modenesi al Parlamento. Per la pace la libertà il lavoro, Arti grafiche modenesi, s.d.
Caterina Liotti, Mariagiulia Sandonà, Un paltò per l'onorevole. Gina Borellini, medaglia d'oro della Resistenza, Centro documentazione donna, Modena 2009.
Franca Pieroni Bortolotti, Le donne della Resistenza antifascista e la questione femminile in Emilia (1943-1945), in Donne e Resistenza in Emilia-Romagna, vol. 2, Vangelista, Milano 1978.