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Una ricerca sul CLN di Modena

Il libro è stato presentato a Modena alla Galleria Europa (Piazza Grande 17, sotto al Municipio) il 21 aprile alle 18,30 - vigilia del 70esimo anniversario della Liberazione della città – e a Carpi il 22 aprile, in occasione del 70esimo della Liberazione della Città dei Pio, sempre alle ore 18,30, presso la Libreria La Fenice.


“22 aprile 1945. È la Liberazione. Finalmente. È anche la data di inizio di un’altra lotta, forse più dura; quella per la Ricostruzione. Distruggere è facile, difficile ricostruire”.

Furono queste le parole con le quali il Presidente del Comitato di Liberazione Nazionale Provinciale, l'avvocato Alessandro Coppi, aprì il Congresso provinciale dei CLN del 26 agosto 1945.

Il CLN nacque come organizzazione sia politica che militare su impulso dei principali partiti e movimenti antifascisti a Roma all’indomani dell’8 settembre 1943, e a cascata a livello regionale, provinciale e comunale, allo scopo di opporsi al fascismo e all’occupazione tedesca in Italia e per coordinare e guidare la Resistenza.

Di fronte al vuoto lasciato dalla rottura politica e istituzionale dell’8 settembre, quando si palesò la crisi di legittimità del potere costituito e la necessità della lotta armata per conquistare la libertà, i partiti antifascisti si costituirono in Comitato di Liberazione Nazionale per richiamare gli italiani alla Resistenza e per riscattare il Paese dall’onta del fascismo e liberarlo dall’invasore tedesco.

Già uno dei primi appelli lanciati dal Comitato di Liberazione dell’Italia settentrionale chiedeva infatti agli italiani di unirsi al “grido dei nostri padri: Fuori i tedeschi”.

 

 

 

Il volume “Dalla notte all'alba della democrazia”  promosso dall'Istituto Storico di Modena in collaborazione con l'Archivio di Stato di Modena e con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena - ripercorre la vicenda di tali organismi democratici nel modenese nel triennio 1943-46.

Il volume, composto da due parti affidate ad uno storico (Giovanni Taurasi) e ad un’archivista (Maria Carfì), ricostruisce rispettivamente la vicenda dei Comitati di Liberazione Nazionale in provincia di Modena, tra guerra e dopoguerra, e la storia archivistica del Fondo che raccoglie le carte di questi fondamentali organismi democratici.

La prima parte mette in luce il percorso ed evidenzia gli aspetti problematici della trasformazione dei Cln da organismo di guerra ad organo di governo vero e proprio, ricostruendo così gli albori della democrazia modenese, in un quadro più generale della definizione della democrazia italiana.

La seconda parte traccia la storia archivistica di un fondo ancora poco esplorato dell’Archivio di Stato di Modena. Un viaggio nella storia delle carte che tracciano a loro volta la storia di un periodo estremamente delicato per le istituzioni italiane.

Diversi aspetti di questa vicenda sono stati indagati a livello nazionale e nei principali casi locali, ma la transizione da organismo prevalentemente di carattere militare, nato per difendere la sovranità del territorio nazionale e impedire la restaurazione del fascismo ad opera dei tedeschi, ad organo di governo vero e proprio, che doveva affrontare le emergenze del dopoguerra, è stata trascurata, nonostante costituisca uno dei passaggi più delicati della nostra storia e sia alla base dell’idea di democrazia che prende corpo negli anni più bui della nostra storia e vede la luce dopo la Liberazione, sostanziandosi nella Carta costituzionale.

Attraverso la lente del CLN il volume mette a fuoco quanto accadde nel cruciale triennio che seguì la notizia dell'armistizio, appresa dagli italiani dalla viva voce del maresciallo Badoglio, che ai microfoni dell’Eiar annunciò l'atto firmato pochi giorni prima a Cassibile.

Una storia non facile da ricostruire, soprattutto per quanto riguarda il periodo clandestino della fase bellica, quando le urgenze militari prevalevano su qualsiasi altra esigenza di carattere amministrativo o documentale e, comprensibilmente, la documentazione scritta e le fonti oggi scarseggiano.