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Oltre il ponte in video

 

Il 10 settembre 2015 Istituto Storico di Modena e FIAB hanno organizzato una biciclettata dedicata alla guerra e alla Resistenza raccontate attraverso la prospettiva del fiume Secchia e delle acque modenesi, accompagnati dallo storico e guida Daniel Degli Esposti e dalla attrice Irene Guadagnini.


Il percorso si è snodato in sei tappe, precedute da un passaggio attraverso il Parco 22 aprile:

1. Via Portogallo - Cippo dedicato alla Resistenza dei Mulini Nuovi. Le acque dei canali superficiali e sotterranei raccontano l'importanza dei GAP nella Resistenza modenese e la particolarità di un modello organizzativo che unisce in modo stretto e particolare la città alla campagna, la fabbrica ai poderi agricoli, gli operai ai contadini. La forza sovversiva dei Mulini Nuovi innerva il rifiuto dell'occupazione tedesca e della RSI che caratterizzò diversi ambienti industriali e rurali della cintura modenese: questo contesto costituisce uno dei migliori esempi del "gappismo all'emiliana" che lo storico Santo Peli ha delineato nel suo ultimo saggio "Storie di GAP". La vicenda di Emilio Po - falegname, artificiere e gappista modenese torturato e fucilato dai fascisti in Piazza Grande il 10 novembre 1944 - accompagna la narrazione con un esempio specifico.

 

 

2. Strada Attiraglio, loc. Bertola - Le origini del sovversivismo nelle campagne modenesi. Il canale naviglio racconta la nascita dello spirito radicale, sovversivo e incline alla collaborazione cooperativa che ha sempre contraddistinto i contadini della pianura modenese attraverso la storia della banda Adani-Caprari. Le vicende dei disertori della Grande guerra si intrecciano alle ambizioni egualitarie dei "banditi-anarchici" che rubavano risorse ai ricchi per distribuirle ai poveri e cominciare a tracciare nel concreto le linee di una società alternativa. Il racconto spazia dal 1914-1918 alla Resistenza seguendo la categoria del sovversivismo anarchico, l'opposizione che le leghe contadine organizzarono nei confronti del fascismo nascente e i contatti fra la Lotta di Liberazione dei partigiani e le esperienze che i dissidenti vissero nel corso del Ventennio.


 

3. Passo dell'Uccellino - Uccisione del partigiano Fernando Vezzelli e del traghettatore Adelmo Dalmari. Il fiume Secchia racconta l'episodio del 12 ottobre 1944. Un gruppo di nazisti e fascisti conduce il partigiano Fernando Vezzelli al di là del Passo dell'Uccellino - allora non presente o non utilizzabile - sulla barca del traghettatore Adelmo Dalmari; i militi uccidono il "ribelle" con una raffica e impongono al barcaiolo di riportarli sull'altra riva. Al termine del viaggio, un fascista spara una raffica contro Dalmari e altri membri della spedizione gli lanciano alcune bombe a mano mentre cade in acqua. L'uomo viene soccorso poco dopo da alcuni partigiani, ma muore per le ferite durante il trasporto in ospedale.

 


 

4. Argine del Secchia in corrispondenza di San Matteo - Il Secchia fra Resistenza e rastrellamenti. Il fiume racconta le ore drammatiche nelle quali i partigiani modenesi si muovevano sugli argini per evitare i rastrellamenti tedeschi e fascisti o per organizzare azioni contro le forze occupanti e i collaborazionisti. Le acque spaziano in una dimensione provinciale che si snoda dalla battaglia di Rovereto ai rastrellamenti di Soliera e all'eccidio di San Matteo.

 

5. Oltre il passaggio della TAV - Pianura e montagna: un rapporto stretto. Le acque raccontano le vicende dei giovani che percorrevano i pendii nel senso contrario alla discesa del fiume attraverso i sentieri della clandestinità. Le storie dei 1500 carpigiani che partono a piedi per i monti portano ai giorni gloriosi e difficili della Repubblica di Montefiorino, che conclude la propria parabola con una ritirata e un ritorno di tanti giovani verso valle. La centrale idroelettrica di Farneta, costruita nel 1926 per consentire la bonifica di alcuni territori nella pianura, rappresenta un altro elemento di unione fra le due dimensioni geografiche del territorio modenese.

 

6. Ponte Alto - "Oltre il ponte": il ruolo delle acque e delle infrastrutture nella liberazione dell'Emilia-Romagna. Le acque allargano lo spettro del racconto alla dimensione regionale e ripercorrono i giorni convulsi delle offensive alleate. Il ricordo delle operazioni di allagamento dei nazisti si intreccia all'esperienza dei bombardamenti con cui gli Alleati cercavano di distruggere i ponti; la costruzione di passerelle e sistemi di attraversamento si alterna alle difficoltà di guado che caratterizzarono gli ultimi giorni prima della Liberazione. La narrazione va dalla provincia di Ravenna inondata dai tedeschi al fronte del Senio che si ferma su un rigagnolo "invalicabile", dalle tragedie sul Reno al Panaro aggredito dai bombardieri e alla ritirata nazi-fascista verso il Po.