La guerra e la Resistenza

La seconda guerra mondiale cominciò il primo settembre 1939 quando Hitler invase la Polonia, ma le cause sono da ricercare nella crisi che aveva attanagliato l’Europa dopo la fine della Grande Guerra, nel difficile ordine europeo stabilito a Versailles nel 1918 e nell’aggressività dei regimi nazifascisti, soprattutto di quello di Hitler.

La Germania riuscì a occupare subito gran parte del territorio francese, ma non riuscì a conquistare l’Inghilterra, infrangendo così il sogno di una guerra lampo. L’Italia entrò in guerra al fianco della Germania nel giugno 1940 (Patto tra Germania, Italia e Giappone, Asse Berlino-Roma-Tokio). Nel 1941Hitler attaccò l’Unione sovietica e a dicembre, a seguito dell’attacco giapponese alla base navale americana di Pearl Harbor, entrarono nel conflitto anche gli Stati Uniti al fianco dell’Inghilterra. La supremazia dell’Asse cominciò a infrangersi nel corso del 1942, quando l’esercito tedesco fu fermato in URSS e le truppe italo-tedesche furono sconfitte dagli inglesi in Africa settentrionale (battaglia di El Alamein); intanto nel Pacifico anche il Giappone veniva fermato dalla flotta americana.

Il 10 luglio del 1943 le truppe anglo-americane sbarcarono in Sicilia e iniziarono la lotta con l’esercito fascista italiano. Il 25 luglio il re decise di disfarsi del fascismo, fece arrestare Mussolini e mise il generale Badoglio a capo del governo; egli firmò l’armistizio con gli anglo-americani, armistizio che fu reso noto l’8 settembre 1943, quando l’Italia si ritrovò senza una guida politica e militare e gli alleati di prima, cioè i tedeschi, divennero invasori dei territori italiani che ancora non erano stati conquistati dagli anglo-americani. In questa situazione di caos cominciò la Resistenza, cioè la guerra di liberazione dalla dominazione nazifascista, che vide impegnati tanti partigiani, che con la loro guerriglia aiutarono le truppe degli alleati anglo-americani.

Il 6 giugno del 1944 le truppe inglesi e americane sbarcarono anche in Normandia, così cominciarono l’avanzata da occidente degli alleati e quella sovietica da oriente, che portarono al tracollo dell’esercito tedesco, che comunque riuscì a resistere fino al maggio 1945.

La guerra non era però ancora finita: gli americani vollero dare una prova di forza, del tutto sproporzionata, sganciando due bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki il 6 e l’8 agosto 1945, che piegarono la resistenza giapponese e misero definitivamente fine al conflitto.