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Beni ebraici Emilia-Romagna: un tesoro da (ri)scoprire!

È nato il portale web della rete che collega musei, archivi, enti e istituti impegnati nel promuovere la conoscenza e la fruizione del patrimonio culturale ebraico sul territorio regionale: Beni ebraici Emilia-Romagna: un tesoro da (ri)scoprire!. Il sito è stato realizzato dalla rete nata nell’ambito delle azioni messe in atto dal Settore Patrimonio culturale della Regione per favorire forme di collaborazione fra i musei aderenti al Sistema museale regionale e altri istituti culturali attivi sul territorio.

Il portale
Il sito web vuole rendere visibile e far conoscere il vasto panorama dei beni culturali ebraici esistenti tra Piacenza e Rimini, rafforzare il senso di comunità che lega i numerosi soggetti coinvolti e dare loro una “casa comune” in cui riconoscersi, scambiare buone pratiche e mettere in mostra le proprie attività in un contesto più largo di quello locale.
Oltre a presentare i singoli componenti della rete “Patrimonio culturale ebraico: un tesoro da (ri)scoprire!”, il portale informerà passo passo di tutte le attività che realizzano, singolarmente o in forma associata.

I prossimi passi
Nata nel 2024, la rete si compone di 16 enti, tra cui l'Istituto storico di Modena, e ha già avviato l’inventariazione e la digitalizzazione di fondi documentari conservati dal Museo ebraico di Bologna, dall’Archivio di Stato di Bologna e dall’Archivio storico del Comune di Modena. Dopo la creazione del sito sono in programma altre iniziative. Si va dalla progettazione di nuovi interventi di riordino, inventariazione e digitalizzazione del patrimonio museale, archivistico e bibliotecario, all’organizzazione di incontri, seminari e conferenze, senza dimenticare la formazione degli operatori.

L’obiettivo è realizzare in pieno le finalità condivise dai membri. Innanzitutto promuovere sul territorio la conoscenza e la fruizione del patrimonio culturale ebraico, materiale e immateriale, insieme ai valori del rispetto e della tolleranza tra i popoli. Ma anche aumentare la visibilità degli enti aderenti, la loro capacità di attirare nuovi pubblici e la loro appetibilità turistica, strutturando a questo scopo percorsi concepiti su misura per i cittadini, gli studiosi e i visitatori che vengono dall’estero.

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